– di Marta Romagnoli –
Sono il centro storico con Piedicastello e Gardolo le circoscrizioni della città dove è più alta la concentrazione di reati. La percezione di insicurezza dei cittadini però non riguarda solo queste zone, ma anche quelle di Sardagna e Povo che i dati mostrano essere in realtà meno pericolose rispetto alla percezione dei trentini. Le violenze in città non sono molte, ma oltre il 90% non sono denunciate, n quadro è offerto dall’«Indagine sulla sicurezza oggettiva e soggettiva nel Comune di Trento» redatta come risultato della prima tranche di ricerca nell’ambito del progetto eSecurity.
Un percorso di studio, finanziato dalla Commissione europea e coordinato da eCrime con la questura, il Comune di Trento e Fbk, è stato presentato ieri pomeriggio alla facoltà di Giurisprudenza Quattro momenti di analisi con cadenza semestrale si alterneranno fino ad aprile 2015 per permettere l’immagazzinamento di dati relativi a eventi criminali, vittimizzazione e percezione di sicurezza in un database integrato e georiferito.
I risultati della prima indagine, compiuta nell’ottobre 2013, sono stati presentati ieri. Il questionario è stato sottoposto a un campione di 4040 residenti a Trento. Ha risposto il 38% delle persone selezionate, pari a 1.525 trentini. «Rispetto ad altre indagini di vittimizzazione si può dire che i dati relativi ai reati a Trento sono in linea se non inferiori a quelli di città simili – spiega Andrea Di Nicola, coordinatore scientifico del progetto -. Quasi tutti i reati riportati dalle vittime si concentrano soprattutto nel centro, ad eccezione dei furti in appartamento, più diffusi nei sobborghi. Il reato più diffuso è il furto di oggetti personali». […]