– di Anna Lisa Spitaletta –
Con il progetto eSecurity-Ict la questura di Trento sperimenta nuovi strumenti d’intelligence per migliorare la sicurezza urbana
“L’occhio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose”. Così lo scrittore Italo Calvino racconta in letteratura le sue “città invisibili”, riferendosi alla capacità interpretativa dello sguardo dell’esploratore Marco Polo di cogliere e raccontare all’imperatore dei tartari Kublai Khan le regole nascoste delle città del suo immenso impero visitate, ridando un ordine alla realtà complessa e caotica dei crocevia di strade e palazzi. Sembra essere questa la metafora di partenza, meno narrativa ma di sicuro tecnologicamente più futuristica del progetto ”eSecurity”, ideato dalla questura di Trento e dal gruppo di approfondimento eCrime sulle nuove frontiere della criminologia, nella società dell’informazione dell’Università degli studi trentina, in collaborazione con l’ente di ricerca scientifica, tecnologica e delle scienze umane della provincia autonoma di Trento “Fondazione Bruno Kessler” e il comune, per migliorare il livello di sicurezza delle città. […]