– di Erica Ferro –
Profili Instagram millantanti proposte di lavoro in Europa non meglio specificate oppure indicanti numeri da contattare rigorosamente via WhatsApp. Pagine Facebook con video live di trafficanti che spiegano come aggirare determinate leggi sulla migrazione ed elencano i tariffari. Internet e i social network sono ampiamente utilizzati nella tratta di esseri umani e nel traffico di migranti e richiedenti asilo: a denunciarlo sono i risultati del progetto europeo «Surf and Sound», coordinato dal gruppo di ricerca eCrime dell’università di Trento, presentati ieri mattina alla facoltà di giurisprudenza.
«Basta vedere cosa sta succedendo nel Mediterraneo ormai da qualche anno per capire come sia inevitabile che internet, veloce e anonimo, venga utilizzato per mettere in contatto domanda e offerta – spiega il coordinatore scientifico di eCrime Andrea Di Nicola – il nostro obiettivo è stato trasformare la conoscenza che abbiamo acquisito sul fenomeno in strategie per forze dell’ordine e organizzazioni non governative». […]