eSecurity: protocollo d’intesa tra Regione Puglia, Università di Trento e Intellegit

Lunedì 25 settembre il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha sottoscritto un protocollo d’intesa con il Rettore dell’Università degli Studi di Trento, Paolo Collini e l’amministratore delegato di Intellegit, Giorgio Casoni su “eSecurity – ICT for knowledge-based and predictive urban security”. Un protocollo sperimentale per migliorare le politiche di prevenzione in materia di sicurezza urbana e protezione del cittadino, nell’ottica di un più complessivo sistema di sicurezza integrato.
 
Il coordinamento del progetto sperimentale e innovativo eSecurity è del gruppo di ricerca eCrime dell’Università degli Studi di Trento, guidato da Andrea Di Nicola. Il modello creato, in sperimentazione anche in Puglia con la sottoscrizione del protocollo d’intesa, è ancora oggi unico nel suo genere.

“Il mio impegno personale è quello di sostenere questo protocollo d’intesa nella sua evoluzione più prossima – ha detto il presidente Emiliano – siamo pronti ad investire in questa materia con il coraggio di innovare. Lavoriamo da molto su questi temi ma soprattutto ha lavorato Stefano Fumarulo. Grazie a lui, noi oggi siamo qui. E se lui ci fosse sarebbe davvero tutto molto più semplice e facile. Stiamo giocando con lo stesso impeto e determinazione, ma con un grande giocatore che ci manca. Cercheremo di far fronte a questa situazione con i collaboratori di Stefano che sono stati molto importanti per la prosecuzione di questo lavoro, insieme con Roberto Venneri”.

La collaborazione tra Università di Trento e Regione Puglia, che ha portato oggi alla sottoscrizione del protocollo d’intesa su questi temi, nasce da lontano, con l’impegno, la passione e l’intuito di Stefano Fumarulo, dirigente dell’Antimafia sociale della Regione Puglia, scomparso precocemente.
 
“Questo è un protocollo d’intesa – ha spiegato Emiliano – che consentirà all’Università e alla Regione Puglia di studiare i dati del crimine della regione in modo da avere dati predittivi sulla commissione dei reati in futuro. Si tratta di statistica, di meccanismi attraverso i quali studiando la reiterazione dei reati in determinate condizioni, in determinati luoghi e in determinati orari, è più facile dare suggerimenti alle forze dell’ordine su come collocarsi sul territorio. Ma non solo. Questi dati saranno utilissimi alle attività dell’antimafia sociale per intervenire in quei quartieri, in quei luoghi, in quelle città dove è più necessario intervenire sull’educazione alla legalità, contro la violenza sulle donne e contro, in generale, quei fenomeni drammatici che abbiamo dovuto affrontare proprio da ultimo anche nella regione Puglia. Si tratta di una soglia molto avanzata. La Puglia – ha concluso Emiliano – sarà, dopo la provincia autonoma di Trento e la città di Trento, il primo soggetto pubblico che avvia studi di questo tipo in collaborazione con un’Università che è stata antesignana di questo genere di approfondimento scientifico”.
 
Il progetto, che ha visto la città di Trento laboratorio sperimentale, ha generato metodologie e conoscenze uniche nel loro genere per la raccolta di dati sul crimine e sui livelli di insicurezza percepita dai cittadini e sul disordine urbano.
 
“La nostra ricerca – ha sottolineato il rettore dell’Università di Trento Paolo Collini – è una ricerca fortemente pluridisciplinare che mette insieme scienze giuridiche, scienze sociali, tecnologiche, scienze pure, cercando di connetterle tra loro. Oggi è un’occasione importante per noi perché non solo è un campo applicativo, che per noi è un campo di ricerca, ma anche perché restituiamo strumenti utili per le amministrazioni. La ricerca mette a punto non solo un modello di analisi del territorio del crimine ma anche un modello predittivo, la capacità cioè di anticipare i luoghi dove il crimine si manifesta e si concentra maggiormente”. Sui risultati concreti che questa ricerca ha prodotto, Collini ha detto che “negli Usa questi strumenti hanno dato risultati significativi in termini di riduzioni percentuali dei fenomeni criminali di tipo urbano che sono quelli di cui ci occupiamo. E anche a Trento hanno dato un miglioramento nelle politiche e un cambiamento nel tessuto sociale”. “Un altro aspetto peculiare della ricerca – ha concluso il Rettore – è l’approccio utilizzato che prevede anche di andare dai cittadini a vedere le loro sensazioni per capire come il dato criminale è vissuto dalla popolazione”.
 
Alla conferenza stampa sono intervenuti Roberto Venneri, dirigente regionale ad interim della Sezione Sicurezza del cittadino, Politiche per le Migrazioni, Antimafia Sociale, Giorgio Casoni, amministratore delegato di Intellegit (startup innovativa sui rischi legati alla sicurezza dell’Università di Trento) e Andrea Di Nicola, coordinatore scientifico del gruppo di ricerca eCrime.
 
Ha partecipato anche Rosa Barone, presidente della commissione criminalità del Consiglio regionale della Puglia.
 
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